SEGNI IN CERCA DI LUCI

“…sono paesaggi che hanno il sapore di una ballata gaelica, di umide pianure, di stagni sperduti, di brughiere senza presenze di uomini o animali, di cieli  annebbiati,  in cui acque terre e cieli si confondono, sono un’unica natura silenziosa, misteriosa, “filosofica”. Così in certi acquerelli degli ultimi anni, in cui i luoghi in cui si è recitata la sua infanzia compaiono filtrati dalla distanza dello spazio e del tempo ,  entrati nella dimensione del sogno.
“ La piana”  del 2013 ad esempio,  dove la presenza delle acque vira – passando per una sottile striscia di vegetazione sfocata come nei sogni -in un cielo nebbioso.
O in “luci autunnali” del 2010, un paesaggio giocato tutto in verticale, tra bruni/grigi e grigi/azzurri, le luci del fiume e quelle delle nebbie che si alzano dall’umidore della pianura per espandersi in un cielo altissimo. Infine “Notturno” è un’ardita composizione a tecnica mista, in cui tutto il quadro è occupato   da un terreno completamente sgombro, che, in effetti, compare come un perfetto “quadro astratto”.
Opere di Luigi Meregalli che rilevano tecniche estremamente  raffinate, sofisticate, ma senza mai scivolare nel virtuosismo. Si capisce che (nell’ossessione dei rumori e degli urli che stordiscono) va a cercare questi luoghi, che sono quelli della sua infanzia e anche un po’ della nostra: luoghi  dell’infanzia dell’uomo…..” 

Renzo Francescotti - 2015 

LE SILENZIOSE, PROFONDE INQUIETUDINI DI LUIGI MEREGALLI

Oniriche visioni di un mondo surreale, impalpabile, diafano ricordo di una Natura viva e rigogliosa da sempre ispiratrice di artisti e poeti…
Sono davvero intense, ricche di pathos e venate da una sottile, struggente melanconia per i colori e il calore della vita, le recenti opere di Luigi Meregalli, da sempre impegnato in un complesso e paziente percorso di ricerca artistica che ha trovato nell’acquerello il suo ideale mezzo espressivo. Una tecnica pittorica a lungo indagata anche dai grandi maestri del passato, davvero complessa e spesso ingrata o meglio, come ama sottolineare lo stesso artista, una vera e propria disciplina, l’acquerello, che nulla concede al caso, ma tutto permette a chi con costanza e dedizione ne indaghi per lunghi anni tempi e segreti.
Solo uno studio continuo e appassionato, resistente a facili e seduttive lusinghe, sempre curioso e aperto a nuove, quanto originali e impreviste soluzioni tecniche, garantisce infatti oggi a Meregalli efficaci strumenti per recuperare l’antica arte trasformandola in asciutto linguaggio della contemporaneità. Esili tracce mnemoniche delle amate campagne e dei dolci, natii luoghi lombardi o l’intima, segreta poesia di scorci del paesaggio gardesano o veneziano, sono proiettati in una dimensione onirica ed estraniante, ove ogni dato reale è pazientemente riportato, ma volutamente, quasi magicamente sublimato. Ogni riferimento si dissolve, contorni e dettagli si fondono e confondono nelle raffinate, indimenticabili visioni create dall’artista rivano e l’inesorabile nebbia dell’oblio tutto avvolge sospendendo ogni cosa nel tempo e nello spazio. In opere, sempre comunque chiaramente leggibili, colori e forme della Natura trasmutano in commoventi, quanto delicate, vibrazioni emozionali che, toccando con sapienza le corde dell’animo, aprono all’osservatore, senza segreti, l’intimo sentire dell’inquieto pittore.
Una padronanza tecnica davvero rara e sorprendente, frutto, come detto, di quotidiana, paziente sperimentazione, permette a Meregalli di coniugare l’immediatezza dell’atto creativo, peculiare della tecnica pittorica da lui scelta, con la capacità di sfumare tinte e atmosfere, scherzando con la luce per rendere impalpabili luoghi e ricordi, giocando, al tempo stesso pericolosamente con l’acqua per afferrare e dominare l’aria.
Nascono così le recenti, affascinanti opere dal vago sapore minimalista di Luigi Meregalli prive di ogni presenza umana ma ideali, silenti scenografie per l’intenso, corale e disperato canto di un’umanità oggi sempre più sola e turbata, bramosa, come mai, di certezze e pace.

Nicoletta Tamanini - luglio 2012 

LUIGI MEREGALLI

L'acqua, per sua nascita e vita, scorre, sfugge, non si fa prendere, non si fa circoscrivere. E quando si ferma muta mostrando all'occhio l'indeterminatezza e la vacuità del proprio esistere. Forse per questo suo statuto è sempre stata considerata sorgente di vita, mezzo di purificazione, centro di rigenerazione. E quando si accosta al colore il connubio è tra i più ardui. Pochi sanno controllare, seguirne l'indole, capire l'incognita dei confini che si fanno labili, confusi con l'orizzonte. Luigi Meregalli è maestro dell'acquerello. I suoi paesaggi, le sue figure, nascono dai delicati depositi del pennello sulla carta. I paesaggi, le figure, perdono così consistenza fisica per diventare presenze quasi fantasmatiche. Sono scenografie della vita catturate prima dalla mente che dall'occhio e da questa filtrato fino a diventare le opere che giorno dopo giorno vengono costruite dall'artista. Ogni lavoro è un soffio vitale, complice la luce. Lo spettatore è lì, di fronte ma nello stesso tempo dentro l'opera. Ed essa è come un sogno ad occhi aperti. L'acqua stempera ogni frontiera, la rende permeabile. Si può entrare e ciò che sta dentro può uscire. Il tutto viene giocato su di un piano dove l'immaginazione coincide con il dato di realtà. Tecnica difficile da assimilare e da frequentare ma Luigi Meregalli dimostra di essere a casa sua portandoci in mondi che sembrano cambiare ogni volta. Attualmente compie delle delicate incursioni nel mondo dell'acrilico utilizzando per comporre opere legate al paesaggio dal forte impatto emotivo.

Fiorenzo Degasperi - Riva del Garda dicembre 2006

LO SGUARDO OLTRE L’ORIZZONTE
LA POETICA CREATIVA DI LUIGI MEREGALLI

Il silenzio avvolge i dipinti di Luigi Meregalli. Tutto sembra, almeno in apparenza immobile, fermato in un istante eterno da una mano sensitiva. Invece, a poco a poco, lo sguardo corre lungo la scia di pennellate che avvolgono e segnano il passaggio, irrefrenabile, del tempo, che consuma quell’istante e lo moltiplica “ad  libitum”, quasi si trattasse di un’immaginifica partitura musicale, dove allo spartito si sostituiscono notazioni coloristiche dense, avvolgenti e, non di meno, profondamente coinvolgenti.
Tutto, nelle opere di quest’artista, diventa poesia per immagine; poesia che parla attraverso tinte che variamente si compongono dinanzi allo sguardo dell’osservatore che ne rimane piacevolmente affascinato.
In nessun’opera di Luigi Meregalli ci pare di cogliere una gestualità condotta verso colori estremi, deflagranti in tessiture volte semplicemente a destare meri “effetti” visivi. Semmai è vero il contrario; la sua è una poetica che rappresenta il reale e che non perde mai la propria solidità e organicità stilistica; egli crea una tessitura ritmica utilizzando il colore che nasce dalla natura, nell’alternarsi delle stagioni, dando vita a composizioni di convincente indole colloquiale.
Nelle opere realizzate con i colori acrilici, come nella tecnica dell’acquerello, la limpidezza del tratto e la plasticità immaginativa diventano il motivo conduttore di una poetica che, prendendo a prestito il titolo di un’opera del maestro, pone “ lo sguardo oltre l’orizzonte”, sia a livello di scelta prospettica sia, soprattutto, a livello di scelta “argomentativa”, in altre parole, là, dove si perde lo sguardo, si coglie quell’”oltre” che funge da ideale “segno” per una dimensione introspettiva: quella dell’artista, ma anche la nostra.
Vale dunque davvero la pena di “perdersi”, per poi “ritrovarsi”, nell’arte di Luigi Meregalli, lasciandosi piacevolmente incantare dalle sue originali atmosfere.

Simone Fappani - Cremona settembre 2006

POESIA DIPINTA

Con immediata e irresistibile forza, la pittura di Luigi Meregalli riesce a stabilire un contatto con l’osservatore: proprio come un testo poetico dove i segni sapienti, come allusive parole, rivelano atmosfere, pensieri, stati d’animo.
Non troviamo nelle opere soltanto lirismo struggente e nostalgico, che a volte sembra essere il solo tono consentito all’acquerello. Esistono, sì, nella pittura di Meregalli, delle atmosfere sospese, quasi in attesa, e attimi leggeri che sembrano sciogliere ogni grumo di concretezza. Esiste anche la bellezza serenatrice di paesaggi luminosi e orizzonti aperti, o scorci e angoli nascosti che raccontano di momenti di malinconia. Ma ci sono altre opere, specie le più recenti, che ci colpiscono con una drammaticità quasi violenta, con un senso di oppressione che traspare da vedute di periferie urbane o da alberi che quasi bruciano verso cieli angosciosi. Questa evoluzione non si legge tanto in un uso più sapiente della tecnica, da sempre raffinatissima, ma proprio dalla ricerca di un nuovo livello di comunicazione, più drammatico e più vero.
Nuovi colori, segni reinterpretati ci parlano di un animo irrequieto, di un continuo sperimentare inconsuete soluzioni, originali codici di linguaggio per costruire un dialogo intenso: quasi l’artista volesse non descrivere ciò che ha visto, ma narrarci l’emozione nel vederlo. Per esprimere, più che mostrare.

Giancarla Tognoni - Riva del Garda 2005

LA COSTRUZIONE DI UNA PREZIOSA TRINA

Luigi Meregalli ha percorso con grande tenacia tutti i sentieri dell’acquerello,ha scostato tutti i veli che nascondono il cuore della visione che nasce dall’incontro del colore con l’acqua in una continua corsa alla trasparenza e insieme al rispecchiamento. Oggi Luigi Meregalli è arrivato ai confini del territorio che tanti anni fa scelse di esplorare: l’acquerello si è rilevato in tutti i suoi segreti in tutte le sue potenzialità; si è addentrato nelle brume della pianura lombarda, ha raccolto il calore del verde gardesano, si è aggirato tra le calli e i sestieri di Venezia. Sottile ispezione di luoghi sempre più legati all’evocazione poetica e sempre meno determinati nelle loro coordinate topografiche. Luigi Meregalli con il suo acquerello ha costruito una fitta trama, una specie di preziosa trina,fatta di ciò che il suo sguardo coglie ma ancor di più,molto di più di ciò che il suo colore intreccia, inventa, ricrea. Davanti ai nostri occhi si stende un altro mondo da scoprire con lo stesso stupore,la stessa incantata meraviglia con cui l’ha scoperta il pittore, perché la particolarità intrigante di questa pittura è il suo manifestarsi come invito ad entrare in una suggestione visiva che può dilatarsi nell’emozione fino a diventare storia. Luigi Meregalli ha arricchito la gamma delle sue variazioni coloristiche, ha esteso il perimetro del disegno nei meandri e nelle chiazze della liquidità, ha accentuato la profondità dell’immagine, arrivando forse al termine di un lungo viaggio ricco di seduzione,pronto a partire per nuove terre della creatività e della “ poesia visiva”.

Mario Cossali – Arco - 2002

IL DESIDERIO PUNGENTE DELLA VISIONE

Luigi Meregalli ci conduce per mano dentro il velame e l’intrico dei cespugli e degli alberi, lungo le acque specchianti dei fiumi,attraverso i sentieri delle campagne, ogni quadro di Meregalli è in fondo una tappa di un lungo viaggio alla scoperta della natura,una natura amica e serena segnata dalla mano e dal passo dell’uomo. In questa natura non è possibile smarrirsi, come può succedere in una città o in una foresta. “Smarrirsi in una città come ci si smarrisce in una foresta,è una cosa tutta da imparare.Ché i nomi delle strade devono suonare all’orecchio dell’errabondo come lo scricchiolio dei rami secchi e le viuzze interne gli devono scandire senza incertezze, come le gole montane,le ore del giorno” Walter Benjamin, in “infanzia berlinese”. In questa natura si procede sicuri della bontà del viaggio ,anche se la meta non è visibile e determinata, perchè incoraggiati dall’atmosfera carica di lievità dei luoghi ;si procede leggeri, con lo sguardo ampio e profondo, respirando l’aria del cuore e della vita. Nel paesaggio “coltivato”e gentile non mancano le domande,le sottili inquietudini,ma non producono ansia angosciante, stimolano il desiderio pungente della visione. C’è da dire che questo mondo poetico è stato costruito da Meregalli pazientemente nel corso di molti anni, penetrando nei recessi più rari del labirinto dell’acquerello, di cui oggi conosce ogni stanza.

Mario Cossali - Malcesine 1996

…si nota subito nei suoi dipinti che Meregalli è ineffetti un acquerellista di mano antica,la sua chiave espressiva è di quelle maturate a lontane letture. La sua mano è raccolta ed impressiva dove il colore deve raccogliersi ed imprimersi sulla superfice, ed è distesa e diafana di colore dove la campitura meteorologica, atmosferica, umorale al limite, suggerisce di slargare le masse tonali. Si può affermare che Meregalli conosce a tal punto il suo ruolo figurativo e proprio per questo se ne allontana dai confini sin quasi a raggiungere le aree di un'avvertita astrazione.

Donato Conenna – Arona - 1995

… sulle soffici note dell’acquerello si snodano le immagini liriche di Luigi Meregalli, innamorato della natura.Ecco la campagna vissuta dal profondo, con animo gentile e insieme romantico in una dimensione di sottile trasfigurazione lirica.La tecnica è finissima con sfumature e marezzature di tono che rimangono sempre fresche anche nei più difficili controluce e nelle efflorescenze cromatiche. Tutto si fa teneramente sentimentale, in una declinazione crepuscolare dello spirito:laddove la malinconia è effusione di uno spirito sognatore.

Paolo Rizzi – Venezia - 1994

…la natura narrata col tocco trepido ed elegante dell’acquerello, attraverso quiete assonanze e dolcissime vibrazioni di colore. Luigi Meregalli trasforma le vedute paesaggistiche in diafani profili che mutano continuamente il loro aspetto cromatico adattandosi alla luce atmosferica. Le tonalità si dipanano sul foglio espandendosi in una miriade di sfumature che velano le immagini, ne dissolvono la struttura. In queste opere l’animo più inquieto si placa,la sensazione di tranquillità e pace avvolge ogni cosa.

Gabella Niero - Udine - 1994

…Luigi Meregalli è un artista che ha trovato nella natura, nei suoi ritmi e nei suoi colori il punto di partenza per una ricerca interessata alla dimensione emozionale. Dipinge prevalentemente con gli acquerelli,tecnica che riesce a dominare con maestria,riuscendo ad ottenere risultati di splendida comunicazione,teneri ed impalpabili come le atmosfere cui si ispira.

Paolo Levi - Milano - 1992

…la sua è una pittura tutta costruita e serrata che rileva una purezza d’atmosfera controbilanciata dalle ragioni di una ricerca, di una conquista. L’esperienza di Luigi Meregalli è rivolta a fare della natura,sua ispiratrice,qualcosa fuori dall’esperienza quotidiana,ricostruendola attraverso un’introspezione interiore,una ricerca dell’essenziale, senza perdere di vista il riferimento naturalistico.

Claudio Turella -Torino –1987